Un ponte basso sul fiume Vilnia e altalene che sfiorano l’acqua: è da qui che si capisce subito la doppia natura di Vilnius, città dove il rigore della storia convive con l’irriverente impulso creativo. Qui si trova la Repubblica di Užupis, microstato simbolico con una costituzione appesa al muro, e qui è stata eretta l’unica statua di Frank Zappa al mondo. Nel corso degli anni la città ha trasformato spazi periferici in poli culturali e il risultato è visibile: dal Sodas 2123, grande incubatore con decine di atelier, al Mo Museum che riconfigura un vecchio cinema in museo di arte contemporanea. È un panorama che racconta la riconquista dello spazio pubblico dopo il periodo sovietico e spiega perché Vilnius sia stata eletta Capitale verde d’Europa 2025.
Užupis e la vita creativa
Užupis è un quartiere che fa della leggerezza un programma civico: nato come comunità di artisti e ufficializzato simbolicamente il 1° aprile 1997, conserva ancora il carattere di “repubblica” fatta di incontri improvvisi, mostre all’aperto e piccole botteghe. Passeggiando tra le vie lastricate si legge la costituzione sul muro e si incontrano atelier, installazioni e il Jonas Mekas Visual Arts Center che raccoglie filmati e pezzi della scena sperimentale lituana e americana. L’idea di comunità è al centro della rinascita: l’Accademia d’Arte ha attratto studenti che hanno riempito gli spazi vuoti, mentre iniziative comunali hanno concesso locali a progetti culturali come l’Užupis Art Incubator.

Le trasformazioni sono pratiche e visibili: altalene sul fiume, murales che dialogano con antiche botteghe e piccoli caffè che servono menu creativi. Un dettaglio che molti sottovalutano: la manutenzione del patrimonio urbano qui è spesso frutto di accordi tra artisti e amministrazione, non solo di fondi pubblici. Le gallerie indipendenti organizzano vernissage con performance, e in alcune vie si vendono prodotti artigianali che richiedono settimane di lavoro, un segno della profondità artigiana che caratterizza il quartiere.
Užupis mantiene un equilibrio tra memoria e sperimentazione: vecchie facciate convivono con interventi site-specific, e la sensazione che il quartiere sia in continua reinvenzione è parte della sua attrattiva. Chi visita cerca questo mix: non una cartolina, ma un laboratorio urbano dove la creatività si misura con la vita quotidiana.
La Città Vecchia: memoria, ristoranti e botteghe
La Old Town di Vilnius, patrimonio UNESCO dal 1994, è un tessuto urbano composto da chiese, cortili e oltre settanta vicoli che raccontano stratificazioni secolari. Qui si trovano palazzi rinascimentali, barocchi e neoclassici che si affacciano sulla Katedros aikštė, la piazza della Cattedrale neoclassica, e su vie come Pilies, dove si concentra il commercio tradizionale e l’offerta gastronomica che recupera ricette storiche. La presenza dell’università rende molti quartieri vivi: sono circa quindici le facoltà che animano la vita quotidiana con ventimila studenti iscritti, e questo si percepisce nelle librerie, nei caffè e negli atelier che costellano la zona.
La gastronomia è parte della memoria cittadina. Ristoranti come Ertlio Namas propongono menu che rielaborano ricette dal XV al XIX secolo, mentre locali come Etno Dvaras lavorano con fondi e studi antropologici per recuperare piatti tradizionali come i cepelinai. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la ritrovata centralità dei mercati alimentari: l’Halės Turgus resta un luogo dove prodotti locali e nuovi fornitori si incontrano ogni giorno.
Tra le stradine non manca la dimensione artigiana: botteghe che lavorano il sughero, laboratori tessili che tingono con indaco naturale e piccole gallerie che espongono opere site-specific. La via Literatų è un caso esemplare: una galleria a cielo aperto dedicata agli scrittori, arricchita ogni anno da nuove piastrelle commemorative. La Città Vecchia è quindi un luogo dove il passato è utilizzato come base per sperimentazioni culinarie e artistiche, e dove il visitatore trova insieme memoria e proposte concrete per capire la città.
Movida, periferia rigenerata e escursioni fuori porta
La vita notturna si concentra in particolare nelle vie vicine alla piazza della Cattedrale: Vilniaus street e le sue traverse ospitano cocktail bar e locali specializzati in musica dal vivo, mentre spazi come Trinity, un ex convento, ospitano mixology bar e ristoranti. Ma la scena culturale più energica si trova spesso oltre il centro: ex fabbriche e spazi industriali sono stati riadattati in centri culturali. Menu Fabrikas Loftas è stato tra i primi nel processo di rigenerazione post-sovietica, e oggi complessi come Open Gallery mostrano murales e installazioni firmate da artisti europei. Un dettaglio che molti sottovalutano è che queste trasformazioni nascono da una rete di organizzazioni locali più che da investimenti esterni massicci.
Per chi cerca una pausa dalla città, Trakai è a breve distanza: il castello sul lago Galvė è uno degli esempi più fotografati della regione e l’area è protetta come parco storico nazionale. Qui la dimensione paesaggistica dialoga con comunità antiche, come i Caraiti, la cui presenza è testimoniata nelle case lignee e nelle pratiche religiose peculiari. Un ultimo aspetto pratico riguarda l’impegno ambientale: la città dichiara progetti per energie rinnovabili, ha piantato decine di migliaia di alberi e sviluppato quasi cento chilometri di piste ciclabili, segnali concreti di una trasformazione urbana orientata alla sostenibilità.
Chi torna in città dopo un’escursione nota subito la differenza: Vilnius resta una capitale di dimensioni compatte, dove le politiche pubbliche sulla cultura e l’ambiente si leggono nelle strade e nei luoghi di incontro. La città mostra così una traiettoria chiara: rigenerare il territorio attraverso l’arte, la ristorazione e la cura degli spazi pubblici, con effetti tangibili nella vita quotidiana.