Nel cuore della Sardegna, tra saline e mare, migliaia di fenicotteri vivono accanto ai cittadini tutto l’anno
A pochi minuti dal centro storico di Cagliari, mentre il traffico scorre e la vita urbana segue i suoi ritmi, capita di alzare lo sguardo e vedere uno stormo rosa che si libra in volo. Non è un miraggio, ma il volto più inaspettato della città: quello dei fenicotteri.
Qui, dove mare, stagni e sale si mescolano da secoli, questi uccelli eleganti e fotogenici non sono ospiti, ma abitanti stanziali, al punto da guadagnare alla città un soprannome che nessun’altra in Italia può rivendicare con la stessa forza. E il bello è che non servono binocoli né gite in auto per vederli: basta camminare o pedalare nei percorsi del Parco Molentargius o affacciarsi sulle acque ferme di Santa Gilla.
Dove vederli, quando andarci e perché restano: la vita segreta dei fenicotteri cagliaritani
I fenicotteri rosa sono noti per le migrazioni, per la vita in zone umide isolate e per la difficoltà nel nidificare vicino all’uomo. Ma a Cagliari tutto questo si è ribaltato. Grazie alla presenza di due enormi zone umide, il Parco naturale Molentargius-Saline e lo stagno di Santa Gilla, gli uccelli trovano ogni cosa di cui hanno bisogno: acqua salmastra, cibo abbondante, assenza di predatori.
E proprio qui, nel cuore del Mediterraneo, hanno iniziato a riprodursi stabilmente, un evento raro in Europa che si verifica, appunto, dentro il perimetro urbano.

Nel Molentargius, il punto di osservazione più suggestivo è il fronte che dà sul retro della spiaggia del Poetto. Le vasche saline offrono luce perfetta all’alba e al tramonto, quando centinaia di fenicotteri si alimentano con movimenti sincronizzati.
Sul lato opposto, Santa Gilla mostra spesso gruppi in volo al calare del sole, regalando contrasti cromatici tra il rosa delle piume e il nero delle ali. Qui il fenicottero non è solo un animale da osservare, ma una presenza che fa parte del paesaggio urbano. Il suo soprannome locale, “sa genti arrùbia”, la gente rossa, lo racconta meglio di qualunque cartello: non sono ospiti, sono vicini di casa.
Quando visitare la città dei fenicotteri e cosa rende unico questo equilibrio
Ogni stagione ha il suo momento magico per ammirare i fenicotteri, ma la primavera è la più affascinante. Iniziano i corteggiamenti, con danze collettive e parate che ricordano coreografie teatrali. Poi arrivano i piccoli, prima grigio cenere, poi via via rosati. In estate il parco è pieno di vita, in autunno si formano stormi più fitti, mentre d’inverno la luce bassa disegna riflessi dorati sulle saline, creando scenari quasi surreali. Il tutto a due passi da vie trafficate, autobus, scuole e supermercati.
Ma non si tratta solo di una curiosità: è il risultato di anni di tutela ambientale, di un patto tacito tra cittadinanza e natura. Il parco è percorribile a piedi o in bici, con capanni di osservazione e passerelle sopraelevate che permettono di guardare senza disturbare. Le regole sono poche ma chiare: niente pane, niente droni, niente urla. L’idea non è rubare uno scatto, ma fare esperienza di una coabitazione delicata e rara.
La città ha imparato a convivere con i fenicotteri, e in cambio ne ha ricevuto una nuova identità visiva. Per i cagliaritani, vederli in volo è ormai la normalità, ma per chi arriva da fuori resta sempre un piccolo stupore. In una terra dove mare e città si sfiorano, loro sono il ponte visibile tra due mondi.
Un equilibrio raro tra città e natura che insegna a guardare con altri occhi il paesaggio urbano
Cagliari non ha solo acqua trasparente e centro storico affacciato sul mare, ma anche un patrimonio ecologico integrato nella quotidianità. Il caso dei fenicotteri rosa è unico perché qui non sono confinati in riserve remote, ma vivono accanto alle case, ai marciapiedi, alle scuole. Questo tipo di convivenza è possibile perché la città ha scelto di non invadere le zone umide, ma di renderle accessibili senza sfruttarle. Una lezione preziosa, soprattutto in un tempo in cui la distanza tra uomo e natura sembra incolmabile.
Il fenomeno è diventato anche una leva turistica, certo, ma la vera forza sta nel suo valore educativo. Camminare lungo le saline con un bambino, spiegare il colore delle piume, osservare in silenzio un gruppo in decollo: sono gesti semplici che insegnano rispetto, lentezza, osservazione. Il centro visite del parco offre approfondimenti, percorsi guidati e materiali per capire come vento, sale, acqua e fauna abbiano plasmato questa parte della città.
La “città dei fenicotteri” non è un titolo promozionale, ma una realtà costruita giorno dopo giorno, fatta di scelte urbanistiche, di silenzi rispettati, di percorsi pedonali invece che parcheggi. Ed è anche un invito: cambiare prospettiva, accettare che una città può essere anche un ecosistema. E che proprio da qui può nascere qualcosa di più grande.